30 gennaio 2013

EMBRIONI E BLASTOCISTI

Gli embrioni sono classificati dall’embriologo sulla base del numero di cellule, uniformità della crescita e dal grado di frammentazione. Il numero di embrioni da trasferire (sia nel caso di FIVET che di ovodonazione) dipende dal numero disponibile, l’età della donna e d’altri fattori di salute e di diagnosi. In paesi come il Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda un massimo di due embrioni sono trasferiti, tranne circostanze insolite.

La coltura in vitro degli embrioni fino allo stadio di blastocisti è una delle opzioni terapeutiche che in molti casi può migliorare i risultati clinici nella cura della sterilità. In casi selezionati di pazienti con mancato impianto dopo ripetuti tentativi di fecondazione in vitro (FIVET e ovodonazione) è possibile offrire alla coppia sofferente da sterilità la strategia della coltura estensiva a blastocisti, in alternativa al transfer tradizionale in seconda o terza giornata.
Lo sviluppo recente di nuovi terreni di coltura sequenziali che incontrano con più efficacia le necessita metaboliche degli embrioni umani, ha permesso di estendere con sempre più efficacia il periodo di coltura in vitro degli embrioni.

L’embrione umano, nei primi giorni di sviluppo, modifica il suo aspetto morfologico in modo sostanziale; dallo stadio di zigote, che corrisponde alla cellula uovo fecondata, si passa alla fase di pre-embrione in divisione fino ad arrivare allo stadio di 7-8 cellule nel terzo giorno, fase delicata dello sviluppo perché si attiva il DNA vero e proprio dell’embrione.
Dodo ancora 48 ore di coltura l’embrione raggiunge lo stadio di blastocisti, formato da circa 200 cellule.

Nel trattamento della sterilità, non tutti gli embrioni prodotti in vitro sono in grado di dare origine a una gravidanza e la coltura fino allo stadio di blastocisti permette di individuare quelli di migliore qualità (sia nel caso di FIVET che ovodonazione).
Inoltre la blastocisti trasferita in utero il quinto giorno incontra l’endometrio in fase ottimale per l’impianto, riflettendo del resto ciò che avviene in natura (sia nel caso di FIVET che ovodonazione).

Dalla letteratura e dai nostri dati appare che il transfer di blastocisti di buona qualità morfologica e biologica, aumenta considerevolmente il tasso d’impianto e quindi di gravidanza fino al 50% per tentativo. Contemporaneamente, trasferendo non più di due blastocisti, si riducono notevolmente le percentuali di gravidanze multiple.

 
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3 commenti:

  1. Ciao sono Raffaella,mamma grazie ad una pma. Gestisco il blog mammamimmononsolo.blogspot.it che nasce con lo stesso scopo di questo blog. Per aiutare, dare senso alla mia esperienza, parlare di pma e non solo. Scrivo anche sulla rubrica diversamente feritle delle nuovemamme.it e mammenellarete. Inoltre, ho scritto "Letetra a un bambino che è nato. Storia di una procreazione medicalmente assistita" edito da Imprimatur, gruppo Aliberti nelle librerie da gennaio. Il libro racconta la nostra storia e i sentimenti che ruotano intorno a questo difficilissimo percorso. E' una testimonianza ma anche un'ancora per chi naviga senza una riva cui poggiarsi. Credo fortemente nella condivisione, nell'energia tra le persone nel restituire alle altre la fortuna di cui siamo state protagoniste. Passerò spesso da queste parti e se ti va possiamo colalborare se pensi pensando a qualche progetto insieme. Che ne dici?
    Raffaella Clementi

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    1. Ciao Raffaella ho aggiunto il tuo blog tra i link utili.
      Per quanto riguarda il tuo libro se mi scrivi via email qualcosa sul libro pubblico un post per farlo conoscere.

      la mia email è
      82marialuna@gmail.com

      A presto

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  2. Articolo interessante! Ma purtroppo oggi molte copie che desiderano i figli per motivi di salute non riescono ad avere. Sfogliando le pagine in rete ho trovato un articolo legge interessante. Spero può essere utile. https://maternita-surrogata-centro.it/maternita_surrogata.pdf

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